Con l’approvazione definitiva del decreto correttivo sul concordato preventivo biennale, il Consiglio dei Ministri introduce una novità importante a tutela delle imprese: per gli aiuti di Stato di natura fiscale, l’Agenzia delle Entrate dovrà rispettare un termine preciso per avviare le procedure di recupero. Una misura attesa, soprattutto alla luce delle recenti contestazioni legate agli aiuti concessi durante l’emergenza Covid.
Un limite temporale certo per i recuperi
Il nuovo provvedimento stabilisce che l’Agenzia delle Entrate dovrà notificare gli atti di recupero entro l’8° anno successivo alla fruizione dell’aiuto o alla violazione delle condizioni previste. Per gli avvisi di accertamento, invece, il termine decorre dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. In entrambi i casi, la notifica dovrà avvenire entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento, pena la decadenza dell’azione.
Quali aiuti rientrano nella norma
Il termine di otto anni si applica agli aiuti fiscali “automatici” e “semi-automatici” elencati nell’art. 10 del DM 115/2017. Si tratta di misure non soggette a un’autorizzazione preventiva, come crediti d’imposta non spettanti, deduzioni o detrazioni indebite, agevolazioni su imposte e contributi o applicazione di aliquote ridotte senza i requisiti richiesti.
Focus sulle contestazioni legate agli aiuti Covid
La nuova scadenza temporale risulta particolarmente rilevante per le imprese che, tra il 2020 e il 2022, hanno beneficiato di agevolazioni fiscali legate alla crisi pandemica. L’amministrazione finanziaria ha intensificato i controlli e, in assenza di una chiara delimitazione temporale, il rischio era di lasciare le imprese esposte a lungo a verifiche retroattive. Con questa norma, si introduce maggiore certezza giuridica.
Il termine di otto anni rappresenta una tutela per le imprese, che potranno contare su una finestra temporale definita entro cui l’Agenzia può esercitare il potere di recupero degli aiuti fiscali. Un passo avanti verso maggiore chiarezza normativa e certezza nei rapporti tra imprese e fisco, soprattutto in una fase storica in cui la trasparenza e la stabilità delle regole sono fondamentali per la programmazione e la competitività.
