Transizione 5.0 sta finalmente generando movimento: gli ordini crescono e le imprese tornano a investire. Ma c’è un ostacolo che rischia di frenare tutto: i tempi. La scadenza di fine 2025 è troppo vicina per impianti complessi e su misura. Ecco perché le aziende chiedono più margine: almeno quattro mesi in più.
Negli ultimi mesi, la misura ha iniziato a dare risultati. Dopo un avvio lento, i chiarimenti arrivati con la Legge di Bilancio hanno sbloccato gli investimenti. Guardando il contatore delle risorse abbiamo circa 830 milioni di euro già prenotati, più del triplo rispetto all’inizio dell’anno. Il settore delle macchine utensili ne ha beneficiato in modo evidente, con un +70% di ordini interni nel primo trimestre 2025.
Il nodo è nei tempi. Transizione 5.0, così com’è oggi, scade il 31 dicembre 2025. Troppe imprese, però, lavorano su impianti personalizzati, che richiedono mesi tra progettazione, produzione e collaudo. A questi si aggiungono i tempi necessari per le verifiche tecniche dei requisiti e il calcolo del risparmio potenziale. Ucimu – l’associazione di settore – l’ha detto chiaramente: servono almeno quattro mesi in più. Una proroga fino alla primavera del 2026 permetterebbe alle aziende di accettare nuovi ordini senza il timore di sforare le scadenze. Anche perché molti clienti, per tutelarsi, iniziano a pretendere penali in caso di ritardi. E con l’attuale calendario, accettare un nuovo ordine può diventare troppo rischioso.
Nonostante l’incertezza globale, l’Italia continua a distinguersi nella produzione di presse, laser e piegatrici. Alla fiera Lamiera di Milano, il settore ha mostrato la sua forza: secondo posto al mondo per produzione, dietro solo alla Cina e davanti alla Germania, con una quota del 13% del mercato globale.
Gli Stati Uniti, principale sbocco per queste tecnologie, hanno alzato i dazi al 10%. Ma le imprese italiane, a differenza di quelle cinesi, risultano meno penalizzate. C’è chi vede in questo scenario anche opportunità: secondo uno studio Ucimu-PwC, cresce la percentuale di aziende che intravede margini di vantaggio in un contesto incerto.